Fabrizio Falasca
“Ho scelto i classici sulla scia di Accardo”
Articolo di Paolo Popoli | La Repubblica, marzo 2020
Le Polonaise di Henryk Wieniawski aprono e chiudono Virtuoso Violin, nono album di Fabrizio Falasca.
“Un programma di pezzi brillanti, da bis, con Stefania Redaelli al piano” dice il solista di Sarno, tra i migliori e più affermati violinisti in Italia della sua generazione e molto apprezzato da Salvatore Accardo per tecnica, suono potente e maturità interpretativa.
Falasca, cosa ha di diverso “Virtuoso Violin” rispetto alle sue precedenti produzioni?
E il disco che ho sempre desiderato fare. Raccoglie i brani che ho eseguito di più, fin da quando ero piccolo. Le case discografiche chiedono oggi di proporre pezzi rari. Aulicus mi ha dato la possibilità di mettere i “classici”.
Quali sono?
“Cantabile” di Paganini, “L’Abeille” di Schubert, “Thaïs”di Massenet e ancora De Sarasate, Cajkovskij, Saint-Saëns e altro ancora.
La Polonaise di Wieniawski è il brano che ho suonato di più in assoluto. Questo disco è un recital con un equilibio tra cantabili e virtuosistici. Ho già in cantiere un secondo capitolo.
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La sua è una carriera versatile: solista, camerista, spalla con la Philharmonia di Londra e con tante altre orchestra prestigiose. Ma se dovesse scegliere?
È raro, al giorno d’oggi, dedicarsi solo alla carriera da solista. Ma con “Virtuoso Violin” mi è stata concessa un’eccezione.